Passare ai contenuti

Avvicinare adulti e ragazzi parlando di sicurezza sul Web:

come abbiamo creato partecipazione tra insegnanti e studenti

Emozioni, dubbi, etica, inclusione, integrazione, abbattimento di barriere fisiche, morali e psicologiche: questi sono solo alcuni dei temi affrontati ogni giorno da Giuseppe Cammarata, insegnante di religione, vicepreside, animatore digitale e referente scolastico sul cyberbullismo presso l’Istituto Alberghiero IPSSAR Paolo Borsellino di Palermo.

Il bullismo è un tema di grande attualità tra i giovani e non solo, e il cyberbullismo ne è la sua trasposizione in digitale. È su temi come questi che si gioca il rapporto, la fiducia e la comprensione reciproca tra studenti e insegnanti.

Sono diverse le scuole in cui è accaduto o rischia di accadere qualche episodio che, senza un’adeguata informazione e capacità di reazione, può sconvolgere la vita stessa dei ragazzi. Sono eventi che vanno al di là dei confini scolastici e compromettono, oggi, il percorso di vita dei cittadini di domani.

Anche per questo, Giuseppe Cammarata è stato tra i primi in Sicilia a promuovere il coinvolgimento di insegnanti e studenti nel programma “Vivi Internet, al meglio”, sviluppato da Google in collaborazione con Telefono Azzurro e Altroconsumo.

Cammarata ha scoperto il programma tramite Telefono Azzurro e, dopo aver conosciuto i contenuti, lo ha fatto proprio, coinvolgendo gli altri docenti del suo istituto, quelli di altre scuole e le famiglie degli studenti.

Quindi, ha organizzato una serie di incontri-lezioni, prima con gli insegnanti e poi con gli studenti, la cui partecipazione, dice, “è stata molto sentita”.

Tra i tanti spunti di riflessione emergono anche storie vere, perché i ragazzi si riconoscono negli esempi. Si preoccupano dell’ombra digitale (la traccia che lasciamo online), temono la falsificazione dei profili, vogliono combattere il cyberbullismo e sapersi difendere. Gli incontri sono stati un’ottima occasione di affrontare e raccontare problematiche importanti che rischiavano di rimanere nell’ombra.

Come usare bene il digitale e il web, senza scottarsi

Prima di iniziare a lavorare in cucina, gli studenti di un istituto alberghiero devono conoscere le attrezzature ed i fuochi, imparare come usarli e quali sono i rischi di un uso scorretto. Lo stesso vale per gli strumenti digitali: potenti, efficaci e utilissimi, ma solo se usati in maniera consapevole nel nostro quotidiano.

Ci sono state delle incomprensioni fra compagni, e qualcuno è stato vittima di bullismo, anche cyberbullismo. Siamo però riusciti ad affrontare la cosa, perché ne abbiamo parlato con i professori, che ci hanno aiutato. Le persone interessate si sono sentite più accettate, comprese e sono riuscite a reagire.

Una studentessa

Pensare positivo

Spaventare non paga. “Parlare dei rischi di Internet è importante, ma fare dell’allarmismo serve a poco: si rischia di suscitare nei giovani una reazione che va dall’alzata di spalle alla diffidenza vera e propria. Cioè proprio l’opposto di ciò che si vorrebbe ottenere”, spiega il professor Cammarata. “L’esperienza suggerisce invece che i ragazzi più prudenti sono proprio quelli che hanno con il digitale un rapporto più attivo, non limitato alla fruizione passiva di qualche sito social, e che fanno un uso più strumentale della rete”.

Ci è subito piaciuto l’approccio positivo: vivi Internet, al meglio. Internet c’è, il digitale c’è, affrontarlo attivamente aiuta a evitarne i problemi. È il modo giusto di porre la questione.

Alcuni insegnanti

Insegnanti e ragazzi più vicini tra loro

“Trovo importante riuscire a mettersi sulla stessa lunghezza d’onda dei ragazzi, condividere i propri rispettivi mondi. Comunicazione, riflessione e umiltà sono le parole chiave. E la tecnologia consente non solo di coinvolgere meglio i ragazzi nella didattica, ma anche di farsi accettare meglio come insegnanti.”

Per me è stato bellissimo, mi ha aperto un mondo. Mi sento più vicina ai ragazzi. Per me è importante far percepire loro che ci tengo.

Francesca Neglia, insegnante di sostegno

Giuseppe Cammarata si è fatto conoscere da tutti nella scuola per questo suo impegno e gli studenti fanno davvero il tifo per lui. La sua competenza nel digitale facilita la didattica e il suo ruolo di educatore, e contribuisce a creare vicinanza e confronto, poiché lo pone sullo stesso piano dei ragazzi abbattendo le barriere tecnologiche e culturali. L’insegnante è più vicino: li capisce, li conosce, sa come consigliarli e guidarli, e per i ragazzi fidarsi è naturale. Si instaura un rapporto che aiuta gli studenti a sviluppare al meglio i propri talenti.

La presenza di un linguaggio comune favorisce le relazioni fra insegnanti e studenti. C’è più contatto tra ciò di cui si parla a scuola e la vita di tutti i giorni. La tecnologia e i suoi contenuti diventano un terreno comune e uno strumento condiviso.

Il fatto stesso che si occupino di un argomento del genere ci fa capire quanto tengano a noi e quanto siamo aiutati.

Una studentessa

Attivi e curiosi è meglio

Internet e la tecnologia sono ancora vissuti dalla maggior parte degli studenti delle scuole superiori principalmente come uno strumento di intrattenimento e socializzazione.

L’obiettivo è spingere quanto più possibile i ragazzi a usare Internet per sviluppare le proprie conoscenze, accedere a informazioni, connettersi con il mondo. Quindi anche per studiare, crescere e lavorare.

I nostri ragazzi sono dei nativi digitali e noi non possiamo non far parte di questo mondo. Non esiste più la scuola in cui i ragazzi entrano nel mondo dei professori. Siamo noi che dobbiamo entrare nel loro. Dobbiamo essergli vicini.

Francesca Neglia, insegnante di sostegno

Storie correlate

Voglio ridare alla mia terra ciò che la mia terra mi ha dato

Voglio ridare alla mia terra ciò che la mia terra mi ha dato

L’uomo che inventò un nuovo modo di stare in piedi

L’uomo che inventò un nuovo modo di stare in piedi

Scopri il team che usa il machine learning per contribuire a salvare le api in tutto il mondo

Scopri il team che usa il machine learning per contribuire a salvare le api in tutto il mondo

Quando la demenza senile ruba i ricordi, una bicicletta aiuta a farli riaffiorare

Quando la demenza senile ruba i ricordi, una bicicletta aiuta a farli riaffiorare

Google Earth e un metal detector hanno aiutato un uomo a svelare il passato

Google Earth e un metal detector hanno aiutato un uomo a svelare il passato

Voglio ridare alla mia terra ciò che la mia terra mi ha dato

Voglio ridare alla mia terra ciò che la mia terra mi ha dato

L’uomo che inventò un nuovo modo di stare in piedi

L’uomo che inventò un nuovo modo di stare in piedi

Scopri il team che usa il machine learning per contribuire a salvare le api in tutto il mondo

Scopri il team che usa il machine learning per contribuire a salvare le api in tutto il mondo

Quando la demenza senile ruba i ricordi, una bicicletta aiuta a farli riaffiorare

Quando la demenza senile ruba i ricordi, una bicicletta aiuta a farli riaffiorare

Google Earth e un metal detector hanno aiutato un uomo a svelare il passato

Google Earth e un metal detector hanno aiutato un uomo a svelare il passato

Voglio ridare alla mia terra ciò che la mia terra mi ha dato

Voglio ridare alla mia terra ciò che la mia terra mi ha dato

L’uomo che inventò un nuovo modo di stare in piedi

L’uomo che inventò un nuovo modo di stare in piedi

Scopri il team che usa il machine learning per contribuire a salvare le api in tutto il mondo

Scopri il team che usa il machine learning per contribuire a salvare le api in tutto il mondo

Quando la demenza senile ruba i ricordi, una bicicletta aiuta a farli riaffiorare

Quando la demenza senile ruba i ricordi, una bicicletta aiuta a farli riaffiorare

Google Earth e un metal detector hanno aiutato un uomo a svelare il passato

Google Earth e un metal detector hanno aiutato un uomo a svelare il passato

Torna all'inizio