Alessandro paziente del centro

Home Lab e l'Assistente Google

Home Lab, il laboratorio che aiuta le persone a ritrovare l’autonomia perduta, grazie all’uso della voce e all’Assistente Google. Una collaborazione tra Google e il centro Nemo ha permesso di creare un laboratorio all’avanguardia; un luogo dove chi ha una malattia neurodegenerativa può sperimentare le potenzialità dell’assistente vocale.

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Un paziente parla con il suo medico nel centro specialistico

La storia di Alessandro

Una collaborazione tra Google e il centro Nemo ha permesso di creare un laboratorio all’avanguardia. Un luogo dove chi ha una malattia neurodegenerativa (ma non solo) può sperimentare le potenzialità dell’assistente vocale per compiere piccoli gesti quotidiani come accendere la luce o la tv, aprire la porta o fare una telefonata. Per tornare a vivere la propria casa e, in parte, la propria autonomia.

“All’inizio facevo fatica ad allacciarmi le scarpe, ad abbottonarmi la camicia. Poi, sul lavoro, ho cominciato a non riuscire più a posare le piastrelle”. Tutti i piccoli gesti di ogni giorno sono diventati improvvisamente difficili. Era il 2012. Dopo vari esami e consulenze mediche, per Alessandro è arrivato il triste responso: una diagnosi di SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica. Una malattia che, per ora, non si cura con i farmaci e non si può far regredire. “Quando l’ho scoperto è stata molto dura, per fortuna al centro Nemo ho trovato un team di medici e professionisti in grado, anche grazie alla tecnologia, di migliorare la qualità della mia vita”.

La storia di Alessandro è una delle tante passate per il Centro Nemo, che dal 2008 si prende cura delle persone con malattie neuromuscolari adottando un modello nuovo, che si fonda su un'iniziativa nata dai pazienti per i pazienti.

Non si cura una singola patologia ma si approccia la situazione con una visione d'insieme, senza tralasciare l'aspetto umano. “E l’innovazione gioca un ruolo importante nel processo di cura, con l’obiettivo di integrare tecnologia e ambiente per migliorare la salute del paziente”. Per questo, nel 2021, è nato Nemo Lab, un hub composto da 10 laboratori che instaura un dialogo diretto con i partner tecnologici per sviluppare soluzioni mirate capaci di migliorare la vita dei pazienti, grazie a un rapporto stretto tra medici, centri di ricerca e sviluppo delle imprese.

Home Lab è, tra i 10 hub, quello dedicato allo sviluppo di soluzioni domestiche tramite l'assistente vocale. I dispositivi Nest con Assistente Google integrato vengono testati nell’hub e poi installati a casa dei pazienti.

Questo permette ai pazienti di tornare a compiere piccoli gesti quotidiani che rendono migliore la loro vita e quella di chi li assiste. In questo contesto si sperimenta la casa a portata di voce. I dispositivi Nest con Assistente Google integrato vengono testati nell’hub e poi installati a casa dei pazienti. Un modo per tornare a compiere piccoli gesti quotidiani, utili per la vita dei pazienti e di chi li assiste.

“Hey Google, accendi la luce” oppure “Hey Google, apri la porta” sono solo alcuni dei comandi che permettono a chi fatica a muovere mani e gambe di mantenere un po’ di autonomia. “I comandi vocali - spiega Alessandro - sono utili per effettuare gesti che per le persone in salute sono scontati, ma per noi diventano scogli a volte insormontabili, come per esempio ascoltare la musica, selezionare un programma in tv o fare una telefonata”. Non per tutto c’è ancora una soluzione, certo, ma le funzionalità diventano ogni giorno sempre più evolute.

“Solo per fare un esempio, in Home Lab - aggiunge Giordana - stiamo sperimentando diversi tool, tra cui quello che permette di comandare con la voce i pensili della cucina, che si abbassano all’altezza della persona in sedia a rotelle per agevolarla mentre si prepara da mangiare”. Il percorso per una totale autonomia è ancora lungo, certo, ma gli effetti concreti sulla vita di queste persone sono già una realtà. Una scintilla in grado di innescare un cambiamento, e portare speranza in un mondo, quello delle malattie neurodegenerative, ancora senza cure risolutive.

un paziente all'interno di una clinica sorride alla fotocamera

“I comandi vocali sono utili per effettuare gesti che per le persone in salute sono scontati, ma per noi diventano scogli a volte insormontabili, come per esempio ascoltare la musica, selezionare un programma in tv o fare una telefonata”.

Alessandro

In questa storia: salute

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